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Maserati MCXtrema consegnata a Modena: livrea “Corse” su misura

Maserati MCXtrema consegnata a Modena: livrea “Corse” su misura

L’ingegnere e imprenditore Jacques Sicotte, collezionista con più di sessanta rarità in garage e già proprietario di una Maserati MC12, ha ricevuto la sua Maserati MCXtrema davanti alle linee dove il Tridente ha scritto la storia. Un ritorno alle origini, un gesto quasi rituale, che mette al centro l’italianità di Maserati e la sua capacità di coniugare emozione e ingegneria. Parole chiave che intercettano ciò che i lettori cercano oggi: Maserati MCXtrema, Maserati MC12, Nettuno V6, supercar da pista, Modena, Andrea Bertolini.

L’esemplare scelto da Sicotte porta addosso la memoria della leggenda. Il Centro Stile ha interpretato il programma di personalizzazione MCXlusiva con una livrea “Corse” che richiama la Maserati MC12 Stradale, ma la rende ancora più personale: body bicolore blu matte e bianco, un enorme Tridente dipinto sul cofano come dichiarazione d’intenti e il numero 77 sulla porta, cifra fortunata del collezionista. È un’auto che parla a colpo d’occhio, ma racconta davvero quando ci si avvicina all’abitacolo: interni in dark blue, texture tecniche che non rinunciano al tatto, un sedile passeggero in opzione per condividere l’esperienza, telecamera posteriore e telemetria per trasformare ogni sessione in dati, progressi, fiducia crescente.

A fare da cerimoniere c’era Andrea Bertolini, Chief Test Driver Maserati e quattro volte campione del mondo GT con la gloriosa Maserati MC12. È lui ad aver seguito MCXtrema dalle prime curve al simulatore dinamico ai collaudi in pista, con quella competenza che, da queste parti, non è solo tecnica ma cultura. La consegna nelle sue mani è un sigillo: il ponte tra la pista e l’atelier, tra la tradizione che non smette di innovare e l’innovazione che non tradisce la tradizione.

MCXtrema nasce per la pista e soltanto per la pista. È il punto più alto del DNA racing del marchio, un laboratorio su ruote in edizione limitata a 62 unità che rompe gli schemi estetici e funzionali: aerodinamica scolpita dalla necessità, appendici che generano carico senza urlarlo, un telaio che lascia spazio a ciò che serve davvero. Sotto il cofano pulsa il Nettuno V6 di tre litri, biturbo, portato a 740 CV (540 kW): un cuore nobile, nato dalla stessa idea di efficienza e solidità che ha reso competitivo il propulsore sulle strade del mondo, qui calibrato per la massima resa tra cordoli, staccate e tratti veloci. Il risultato è una supercar da pista che mette insieme accelerazioni fulminee, freni granitici e una guidabilità che restituisce al pilota l’esatta misura delle proprie intenzioni.

Questa precisione non è casuale. Intorno a MCXtrema ha lavorato il team di Virtual Analysis con il simulatore dinamico all’avanguardia, mentre la squadra Powertrain Calibration ha costruito il vestito elettronico del motore, metro dopo metro. Oltre 200 ore di guida virtuale e 1.000 ore di simulazioni hanno permesso di bilanciare aerodinamica ed erogazione, ovvero le due forze che definiscono il carattere in pista. Il Centro Stile ha interpretato questi requisiti con un design che non cerca scorciatoie: è un’auto “vera”, dove ogni superficie racconta il perché della sua esistenza. Non c’è niente di ornamentale, eppure tutto emoziona.

La cornice di Modena aggiunge un tassello alla narrazione. In questo luogo, l’Heritage non è una collezione di fotografie ma una materia viva, fatta di persone, di gesti ripetuti con cura, di componenti che passano di mano in mano con la stessa attenzione che si riserva a un oggetto raro. Portare qui la consegna significa ricondurre la tecnologia alla sua fonte più umana. E significa anche riconoscere come la Maserati MCXtrema non sia soltanto un mezzo straordinario, ma un ponte tra epoche: l’erede spirituale della Maserati MC12 che ha fatto sognare intere generazioni, ora tradotta in un linguaggio contemporaneo fatto di fibra, algoritmi e precisione artigiana.

Per chi entra nel club esclusivo dei proprietari, Maserati ha immaginato un ecosistema coerente. Si chiama MCXperience e mette a disposizione giornate di pista personalizzate, supporto tecnico dedicato con Maserati Corse Services e un concierge che cuce addosso al cliente programmi, set-up, location. Ad accompagnare la vettura, un kit gara sviluppato con Sparco: abbigliamento, protezioni, dettagli che fanno la differenza quando l’adrenalina incontra la concentrazione. È un invito a vivere l’auto oltre la vetrina, dove contano gli intertempi, la traiettoria, il respiro dietro al casco.

Tutto questo, per Sicotte, non è semplice ampliamento di una collezione multimilionaria: è l’inserimento di una tessera mancante. L’erede della MC12 non poteva non esserci, ma doveva esserci così, con una configurazione che avesse qualcosa da dire su di lui. Il blu e il bianco, il 77, la scelta degli optional: ogni dettaglio restituisce la misura di un gusto per l’estetica che non teme la prova del cronometro. La Maserati MCXtrema diventa allora la definizione più precisa di ciò che un’auto da pista può essere oggi quando incontra il desiderio di identità.

La “belva” del Tridente non promette compromessi e non ne fa. Ma sa accogliere, con quella intelligibilità tipica delle grandi auto da corsa: ti dice subito cosa vuole, poi ti ascolta. È qui che la tecnologia diventa esperienza, e l’esperienza diventa racconto. Il racconto di una consegna nel luogo giusto, a una persona che comprenderà ogni sfumatura. E il racconto di un marchio che, a Modena, continua a usare la velocità come forma di cultura. In fondo, è questo che significa, oggi, fare una supercar da pista: tenere insieme il passato e il futuro, lasciando che sia il presente quel momento in cui l’auto scende dal cavalletto e il paddock trattiene il fiato a dire l’ultima parola.

Affari Italiani

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